domenica 22 novembre 2009

VACCINO A RESPONSABILITA' PUBBLICA



VACCINO A RESPONSABILITA' PUBBLICA
Il contratto del governo con Novartis esonera totalmente la casa farmaceutica
di Perrone Manuela - Gobbi Barbara

Fornitura del tutto particolare
Il costo complessivo è di 184,8 milioni di euro
Accuse polacche.
Il nostro dovere? Tutelare i cittadini, non Big pharma
I PUNTI CHIAVE DEL CONTRATTO
DICIANNOVE PAGINE
- L'accordo, secretato dal ministero, prevede che il produttore sia esentato dai risarcimenti per qualsiasi danno patito dagli utenti
Il ministero della Salute si è impegnato a indennizzare, manlevare e tenere indenne l'azienda farmaceutica Novartis per ogni danno causato dal vaccino, salvo «difetti di fabbricazione del prodotto» attribuibili a due soli fattori: sistemi di produzione non conformi agli standard europei oppure non conformità alle specifiche su composizione e caratteristiche del prodotto.


Il patto.

Consegne: i tempi concordati sono definiti «flessibili». Nel caso di mancato rispetto non è prevista alcuna penalità, se non l'obbligo per le parti di concordare un'altra data di consegna.

Prezzi: il prezzo per ogni dose è pari a 7 euro, Iva esclusa. In tutto sono acquistate 24 milioni di dosi, che possono contenere da 3,75 a 7,5 mg di antigene. La spesa totale ammonta a 184,8 milioni.


«Il ministero è tenuto a indennizzare, manlevare e tenere indenne Novartis da qualsiasiperdita che Novartissiatenuta a risarcire in conseguenza di danni a persone e/o cose causati dal prodotto», fatta eccezione per quelli legati a «difetti di fabbricazione».

Il «prodotto» in questione è il vaccino Focetria contro il virus A/H1N1, l'unico acquisito dall'Italia. L'esonero per l'azienda produttrice da ogni responsabilità per eventuali danni da vaccino, anche imprevedibili e inattesi, è messo nero su bianco a pagina 10 del contratto siglato il 21 agosto2009 tra il ministero della Salute e la multinazionale svizzera. Un'assunzione totale di rischio per la parte pubblica, giustificata dall'emergenza pandemia e firmata dai governi dei 50 paesi che hanno acquistato il siero Novartis.

Il contratto italiano vale 184,8 milioni, Iva compresa, per 24 milioni di dosi. Diciannove pagine che il dicastero tiene secretate, come prevede il punto 1o.2: «Per maggiore chiarezza l'esistenza del contratto e le disposizioni in esso previste si considerano informazioni riservate». Soggette, pertanto, all'«assoluto riserbo», se non in caso di azioni legali. Riservatezza finora rispettata al punto da indurre la commissione Igiene e sanità del Senato a chiedere, due giorni fa, di poter «venire a conoscenza» dell'accordo.
Eppure sull'obbligo di riserbo lo stesso ufficio di controllo della Corte dei conti a settembre aveva espresso riserve, ritenendolo, «in considerazione dell'evidenza pubblica della procedura, impossibile da rispettare». Così come su tanti altri aspetti: l'acquisto a scatola chiusa (il vaccino ad agosto non era ancora stato autorizzato); nessuna penalità in caso di mancato rispetto delle date di consegna; l'assenza del parere di un organo tecnico «in grado di attestare la congruità dei prezzi» (in genere è l'Aifa). Il visto della Corte dei conti a un provvedimento «al di fuori degli ordinari schemi contrattuali» alla fine era arrivato. grazie all'«eccezionalità e somma urgenza dell'intervento».

Controcorrente va la Polonia. In un attacco sferrato durante un discorso in.Parlamento il novembre, circolato solo ieri, il ministro della Salute Ewa Kopacz spara a zero. «Qual è il dovere di un ministero della Salute? Concludere accordi che facciano l'interesse dei cittadini o quello delle case farmaceutiche?». E aggiunge:«I polacchi sanno capire quella che è una situazione oggettiva e quella che è una truffa».
Parole che interpretano i mal dipancia di tanti cittadini comuni e di esperti del settore.
Che chiedono più d'una risposta: sulla sicurezza dell'adiuvante, così come sull'effettiva necessità di vaccinarsi, dal momento che il virus appare blando. In Italia, dove i decessi sono saliti a 70, la scorsa settimana aveva deciso di sottoporsi alla profilassi soltanto l'8% dei medici, mentre quasi la metà degli inglesi che ne avrebbero diritto rifiutano la vaccinazione. Anche in Germania, dove sono state acquistate 50 milioni di dosi del vaccino adiuvato Pandemrix prodotto da Gsk la campagna si è rivelata un flop: solo il 10% delle dosi è stato finora utilizzato. E nelle ultime tre settimane dopo il vaccino sono morte sette persone. Un nesso di causa-effetto «tutto da verificare», ha precisato Susanne Stoecker, portavoce dell'Istituto federale che si occupa di vaccini.

Ma le voci autorevoli pro- vaccinazione sono molte. Non ha dubbi il responsabile vaccini Novartis, Rino Rappuoli: «Il nostro prodotto è stato testato in più di 8mila persone tra 6 mesi e 90 anni. Abbiamo fatto un lavoro straordinario per dare al mondo un prodotto sicuro». Rappuoli getta acqua sul fuoco anche sulla "deresponsabilizzazione" dell'industria prevista dal contratto («E' la prassi in situazioni d'emergenza») e sulla posizione del ministro polacco: «Politica, priva di basi tecnico-scientifiche».Mentre il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio ha ribadito: «Il vaccino è efficace, non è rischioso, è testato e dà garanzie».